Ci siamo...finita l'attesa ormai tutto è pronto per accogliere il Papa che sarà a Palermo domenica 3 ottobre 2010 per la visita pastorale.
Ce la siamo cavata con la modica spesa,pare,di 1,5 milioni di euro..dai 2,5 milioni previsti,un bel risparmio ,se non fosse che le casse del comune di Palermo sono vuote tanto che, ad oggi, non ci sono soldi per quegli interventi di assistenza socio-assistenziale per le fasce più disagiate della popolazione palermitana.Ma naturalmente per la visita del "tedesco"i soldi li hanno trovati ,qualche numero: Il palco del Foro Italico costerà 156 mila euro,le transenne, 25 chilometri costano 155 mila euro, il palco del Politeama, una piccola struttura costerà oltre 40 mila euro,50 mila euro ai vigili per gli straordinari.L'amplificazione 300mila euro,le luci 150 mila euro,le sedie (oltre 6000,per i raccomandati)60.000 euro,nolo 400 wc chimici 50.000 euro, 10 maxischermi 15.000 euro,abbellimenti floreali e del palco 200.000 euro la copertura dei"birilli del Foro Italico costerà 80.000 a euro,il pranzo dei 1500 volontari sarà 15.000 euro,la stuoia rossa posta sul sacrato della cattedrale (perchè il poverino non può sporcarsi le suole delle scarpine) costerà solo 3000 euro (avrebbero mangiato tre famiglie per due mesi). Domenica saranno tutti lì sindaco e ministri e politicanti vari a pavoneggiarsi,a farsi vedere mentre baciano la mano al tedesco a mettersi li in prima fila quando alzerà le braccia al cielo..... Domenica arriva il papa evviva,che "prio"(che contentezza) si dice a palermo...Ma vaffanculo, quanto spreco. 01 ottobre 2010 aloi calabrese
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Berlusconi invoca commissione d'inchiesta: c'e' associazione a delinquere tra toghe di sinistra 'Ci sarebbe da chiedere una commissione parlamentare che faccia nomi e cognomi e dica se, come credo io, c'e' una associazione a delinquere nella magistratura'' tra ''giudici di sinistra che vogliono sovvertire il risultato elettorale,e che attraverso questo accordo, questa interpretazione assurda della giustizia, vogliono eliminare colui che e' stato eletto... quindi c'e' un macigno sul nostro sistema democratico, che e' costituito da questa organizzazione interna..."
. Lo dice ,parlando con voce impastata, in un video, che lo ritrae a parlare con alcuni simpatizzanti la sera del 29 settembre sotto palazzo Grazioli. "Dovetete essere sicuri che io sono disperato,aggiunge nella sua farneticazione berlusconi, certe volte. Tutte le volte che c'e' un processo che mi riguarda mi danno dell'impunito. E invece nessuno, nemmeno uno dei fatti che mi sono contestati nei processi sono fatti veri''. Poi riscopre la vena barzellettiera racconta l'ennesima barzelletta sugli ebrei. Eccola : ''Un ebreo racconta a un suo familiare... Ai tempi dei campi di sterminio un nostro connazionale venne da noi e chiese alla nostra famiglia di nasconderlo, e noi lo accogliemmo. Lo mettemmo in cantina, lo abbiamo curato, pero' gli abbiamo fatto pagare una diaria... E quanto era, in moneta attuale? Tremila euro... Al mese? No al giorno... Ah, pero'... Be', siamo ebrei, e poi ha pagato perche' aveva i soldi, quindi lasciami in pace... Scusa un'ultima domanda... tu pensi che glielo dobbiamo dire che Hitler e' morto e che la guerra e' finita?... Carina eh?'' Tutto ciò la sera del suo compleanno.Dopo le sparate di Bossi ,nel buio della notte,tra alcool,cosce e tette,ecco che anche il "cavaliere si fa beccare a ruota libera in una situazione analoga....sarà un vizio/vezzo di questi vecchi,compiva 74 anni,rincoglioniti del centrodestra? 01 ottobre 2010 aloi calabrese Maurizio Belpietro,presunta vittima di un tentato attentato Un uomo armato di una pistola, non si sa ancora se un'arma giocattolo, sarebbe stato sorpreso da un agente della scorta del direttore di 'Libero', Maurizio Belpietro. L'uomo,dicono, è stato notato dall'agente che aveva appena accompagnato,guarda caso, all'uscio di casa Belpietro, in un condominio del centro di Milano in via Monti di Pietà, mentre era sulle scale. Secondo quanto ricostruito, l'uomo, di altezza di circa un metro e 80, sui 40 anni, ha puntato l'arma verso l'agente, che é riuscito a ripararsi dietro una colonna del pianerottolo e ha poi sparato due colpi a scopo intimidatorio. Un terzo colpo è stato poi esploso successivamente. L'uomo è riuscito a fuggire anche perché il condomimio ha diverse uscite. Non sono state trovate tracce di sangue sul luogo.
''Sto bene, sono tranquillo. Io sono una persona tranquilla e serena, certo, da ieri un po' meno'' dice il direttore di Libero. Belpietro ha ripercorso la vicenda e ha ribadito che il suo caposcorta gli ha salvato la vita rischiando la sua, visto che l' aggressore gli ha puntato addosso la pistola, che guarda ancora caso,poi si e' inceppata. 01 ottobre 2010 aloi calabrese Povero Schifani,Settembre nero per lui dopo che ,a Torino, viene investito da una valanga di fischi e di urla( “Ma-fio-so” gli hanno urlato contro i manifestanti del movimento Resistenza viola e Movimento Cinquestelle)arrivano le indiscrezioni in merito ad una inchiesta per mafia che lo vedrebbe indagato dalla Procura della "sua" Palermo,un atto dovuto dopo le dichiarazioni ai magistrati di Gaspare Spatuzza e di Francesco Campanella. La procura smentisce,ma che deve fare se non smentire?
Schifani, strepita: 'Accuse ripetute, infami e false; totale estraneita' ai fatti'. L'esponente Pdl aggiunge: 'Prendo atto,dice, della smentita del Procuratore della Repubblica di Palermo, Messineo. Considero e ho sempre considerato la trasparenza, la correttezza umana, deontologica e professionale i principi irrinunciabili della mia esistenza'. Fini ha telefonato al presidente del Senato e gli ha espresso la propria solidarietà in merito a quanto anticipa l'Espresso, notizia che il Giornale , quotidiano di famiglia berlusconi, bolla come Bufala dell'Espresso,ma nonostante le smentite della Procura di Palermo del presidente del Senato Renato Schifani e dello stesso "Giornale" la direzione dell’Espresso non arretra di un centimetro e conferma le accuse: in un comunicato, diramato, del settimanale,si legge:”In merito all’indagine sul presidente del Senato si conferma l’esistenza di una inchiesta iscritta quest’anno nel registro generale notizie di reato della Procura della Repubblica di Palermo”. (non dalla redazione di Repubblica). Schifani era già stato indagato con l’accusa di aver appoggiato, seppur esternamente Cosa Nostra. Era finito coinvolto in una inchiesta su appalti pilotati dalla mafia a Palermo, e la sua posizione era stata archiviata. Anche allora come oggi – ha ricordato L’Espresso dando la notizia – le principali accuse erano arrivate dai collaboratori di giustizia. “Adesso, sono le rivelazioni di Spatuzza e a quelle di un altro pentito, Francesco Campanella – il mafioso-politico che tra l’altro fornì una falsa carta d’identità a Bernardo Provenzano per consentirgli di farsi operare in Francia – a tirarlo di nuovo in ballo. Il verbale con le dichiarazioni del guardaspalle dei Graviano trasmesso dai magistrati di Firenze e un esposto presentato da Campanella proprio nei confronti del presidente del Senato hanno convinto i pm palermitani della necessità di esercitare l’obbligatorietà dell’azione penale“. La difesa di Schifani: Sono fermamente convinto - dichiarava i due anni fa – che la lotta a tutte le mafie non dovrà avere, ma neanche mostrare, alcuna pausa. Su questo fronte il Parlamento ha legiferato proficuamente, stabilizzando il 41-bis ed ha sostenuto magistratura e polizia giudiziaria in quella fruttuosa opera che da sette anni ad oggi ha consentito la cattura di pericolosi latitanti ai vertici della criminalità organizzata, recidendo molti rami della mala pianta del racket delle estorsioni“. Strombazzava la che lotta alla mafia era una delle battaglie ,per lui, più sentite: “Permettetemi di soffermarmi su questo punto - continuava - Da siciliano, infatti, sento forte la necessità di un impegno crescente per la sicurezza e per l’affermazione dei valori di legalità perché ho vissuto, insieme a tutti gli altri siciliani, il dolore di vedere la mia terra ferita, vessata, umiliata e, insieme, l’orgoglio di vedere una Sicilia che non s’è mai piegata né mai data per vinta e che è stata capace, invece, di rialzarsi e gridare il suo rifiuto alla violenza, alla prepotenza, all’illegalità“. “Voglio rivolgere un pensiero – diceva Schifani – a quegli eroi civili della lotta alla mafia che, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno donato la loro intelligenza e la loro vita: tanti, troppi caduti tra magistrati, uomini delle forze dell’ordine, giornalisti, imprenditori ai quali ci inchiniamo, riconoscenti e debitori“. Ora, da sospettato di legame con la mafia a paladino della lotta antimafia a di nuovo indagato,qual'è la sua vera identità?...troppe ombre,troppi punti oscuri per uno che "si trova" ad essere la seconda carica dell0 stato..... 01 ottobre 2010 aloi calabrese Sara Scazzi, TARANTO, 29 SET - Il cellulare di Sara Scazzi e' stato trovato da un coltivatore al confine tra le province di Lecce e Taranto, forse gettato da un'auto. Il fondo agricolo dove e' stato ritrovato e' tra Nardo' (Lecce) e Avetrana, nel territorio di Porto Cesareo (Lecce). Il telefonino non e' stato bruciato da chi lo ha abbandonato ma e' stato recuperato semibruciacchiato perche' era tra le stoppie che il contadino aveva radunato e cominciato a bruciare.
Clamoroso: Arrestati...!!! Sindaco di Riomaggiore e presidente del Parco delle Cinque terre9/28/2010 Il sindaco di Riomaggiore Gianluca Pasini e il presidente del Parco delle Cinque Terre Franco Bonanini sono stati arrestati per una serie di reati contro la pubblica amministrazione. In manette anche il comandante della polizia locale di Riomaggiore e il capo dell'ufficio tecnico ROMA - Il sindaco di Riomaggiore Gianluca Pasini (a capo di una giunta di centrosinistra) e il presidente del Parco delle Cinque Terre Franco Bonanini (ex europarlamentare del Pd) , sono stati arrestati nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla squadra mobile di La Spezia e coordinata dalla procura spezzina per una serie di reati contro la pubblica amministrazione.
Secondo quanto si apprende, le accuse vanno dall' associazione a delinquere alla truffa ai danni dello Stato, dal falso all'abuso d'ufficio e alcuni episodi di concussione. Oltre al primo cittadino di Riomaggiore Gianluca Pasini e Franco Bonanini, presidente del Parco - dichiarato patrimonio dell'umanita' dall'Unesco - sono stati arrestati anche il comandante della polizia locale di Riomaggiore, il capo dell'ufficio tecnico. Complessivamente sono state emesse 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 4 agli arresti domiciliari. L'indagine della squadra mobile della Spezia, coordinata dal procuratore capo Monteverde e dal pm Lottini, ha preso il via nei primi mesi del 2010. Secondo quanto appreso, gia' a primavera, sulla scorta di alcune denunce e lettere anonime, erano state effettuate le prime perquisizioni di uffici comunali, del Parco e di alcuni professionisti privati collegati a pratiche edilizie. Le indagini poi sono proseguite senza altri apparenti atti fino agli arresti che sono stati effettuati stamani poco dopo l'alba. Tra i reati contestati a vario titolo al sindaco di Riomaggiore Gianluca Pasini e al presidente del Parco delle 5 Terre Franco Bonanini anche l'associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato . ASSESSORE, BONANINI LAVORO' GRATIS - Ha lavorato gratuitamente per tre anni ''per amore e passione della sua terra'' in qualita' di presidente della agenzia regionale di promozione turistica ''In Liguria'' Franco Bonanini, arrestato oggi all'alba dalla squadra mobile della Spezia. Lo evidenzia l'assessore regionale ligure al turismo, Angelo Berlangieri, che ha lavorato come direttore dell'agenzia turistica per tre anni quando Bonanini ne era il presidente. L'assessore commenta stupito la notizia dell'arresto nei corridoi del consiglio regionale della Liguria dove sono in corso i lavori dell'assemblea: ''Sono sconcertato - afferma - l'arresto e' un fulmine a ciel sereno. Premetto che la magistratura deve fare le sue indagini e non spetta a me commentarle. Riguardo a Bonanini, devo pero' dire che abbiamo lavorato splendidamente per tre anni. L'ho conosciuto come una persona straordinaria, mi ha anche insegnato molte cose e i risultati ottenuti dall'agenzia sono anche merito suo, come merito suo sono i risultati turistici eccezionali raggiunti dalle Cinque Terre''. Angelo Berlangieri ricorda quindi che ''quando Bonanini era presidente di ''In Liguria'' non si e' mai preso gli emolumenti che gli spettavano. Per tre anni ci ha sempre detto che rinunciava perche' lavorava solo per aiutare la sua terra. Si vedeva - ha aggiunto l'assessore regionale Berlangieri - che era appassionato al suo lavoro. Anche il ministero dell'ambiente ha riconosciuto le sue qualita' e gli ha rinnovato la fiducia''. PRESTIGIACOMO, STUPORE E SCONCERTO - ''Stupore e sconcerto'' sono stati espressi dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, per l'arresto di Franco Bonanini, presidente del parco nazionale delle Cinque terre. ''Bonanini, considerato da tutti persona di grande correttezza - afferma Prestigiacomo - e' stato l'artefice di un eccezionale sviluppo delle Cinque Terre, un territorio che ha saputo valorizzare al meglio la risorsa ambientale e costruire attorno ad essa crescita e benessere. Spero - conclude il ministro - che Franco Bonanini possa dimostrarsi in tempi brevi estraneo alle gravi accuse che gli vengono rivolte''. MELANDRI (PD), NON SI PUO' CHE TRASALIRE - ''Non si puo' che trasalire nell'apprendere le notizie di stamani sul Parco delle Cinque Terre''. E' il commento dell'on. Giovanna Melandri (Pd) a proposito dell'arresto del presidente del Parco delle Cinque Terre Franco Bonanini. ''Bonanini - prosegue Melandri - ha, in questi anni, realizzato un lavoro straordinario per la costruzione di un modello di economia sostenibile nel Parco, tanto da divenire un'esperienza largamente apprezzata e riconosciuta a livello internazionale. Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, sono certa che Bonanini sapra' fugare ogni dubbio sul suo operato'' Marco Pottino Nel 2008 due ex leghisti premiati dal Pdl per le trame anti-Prodi: Pottino e Gabana non furono rieletti, ma in compenso ottennero uno stipendio mensile. Il ministro Elio Vito fu determinante nell'opera di convincimento di CARMELO LOPAPA Repubblica ROMA - A proposito di calciomercato. Non c'è solo l'acquisto plateale e smaccato del deputato in carica, alla vigilia di un voto decisivo. Ci sono accordi e garanzie, sistemi e metodi tali da assicurare il presente e anche il futuro della pedina che si rende disponibile. Non necessariamente un seggio, magari un contratto ad personam. Con soldi sonanti. Tanti. Un tot al mese. Poco meno di quanti la pedina ne avrebbe guadagnati da parlamentare in carica. Di un paio di quei contratti Repubblica adesso è venuta in possesso. Qual è il metodo? Quale il sistema? Come funziona il mercato da Transatlantico nel reame di Silvio Berlusconi, laddove tutto ha un prezzo, tutto una ricompensa? Lo ricostruiamo attraverso la storia di due oscuri peones, ligi ex onorevoli del Nord-Est. Transitati dalla Lega al gruppo misto nella passata legislatura, alla fine del 2006, nel pieno del biennio ballerino del governo Prodi. Quando ogni singolo senatore diventa determinante per la tenuta dell'esecutivo e in tanti vengono contesi, corteggiati, lusingati. In qualche caso forse convinti con ragioni a cinque zeri. Dopo aver rotto con la Lega in Friuli per beghe locali, Marco Pottino, allora deputato, classe '74, e Albertino Gabana, allora senatore, classe '54 (entrambi di Pordenone) dopo un anno di navigazione a vista nel gruppo misto, vengono "convertiti" a fine 2007 al credo berlusconiano. Per essere acquisiti infine al gruppo forzista. Sono le settimane in cui l'esecutivo del Professore già vacilla. E il senatore Gabana in più di un'occasione vota con quella maggioranza, in un Palazzo Madama trasformato ormai in una casbah. Poco influente Pottino a Montecitorio, ma strategico Gabana per tentare la spallata. I due però camminano insieme. Inseparabili. I messi del Cavaliere sanno che il "pacchetto" va acquisito in tandem. Entrambi vengono avvicinati, lusingati, compiaciuti. Elio Vito, attuale ministro dei Rapporti con il Parlamento - rivela in particolare Pottino nel colloquio telefonico con Repubblica - è il più convincente. La contropartita? Dentro il Pdl raccontano come in quegli ultimi giorni della Pompei prodiana, Berlusconi chieda all'alleato Bossi il via libera per tentare l'operazione aggancio. E di come la manovra sia stata accordata dal Senatur, a patto che i due "ex" del Carroccio non vengano poi rieletti. Clausola che il Cavaliere, o chi per lui, mette subito in chiaro ai due, nel momento in cui viene prospettato il passaggio e la fittizia candidatura alle successive politiche (poi precipitate da lì a tre mesi). Ma allora che interesse avrebbero avuto i peones ad accettare l'offerta? Transitare per poi perdere il seggio? È qui che scatta la rete di protezione. La garanzia per entrambi, qualora non eletti, di mantenere comunque lo status economico da parlamentare, magari con una consulenza ad hoc. I fatti. Succede che, alle Politiche del 2008, tanto il giovane Pottino quanto il cinquantenne Gabana vengono candidati insieme alla Camera, lista Pdl, collegio del natio Friuli. Puntualmente non la spuntano: risultano primo e secondo dei non eletti. E accade che nel dicembre 2008, pochi mesi dopo l'inizio della legislatura, entrambi stipulino due distinti "contratti di lavoro a progetto" con il gruppo Pdl di Montecitorio, "in persona del suo presidente, Fabrizio Cicchitto", con tanto di firma in calce. Durata (art. 5 del contratto): a partire dal gennaio 2009 e "fino al termine della XVI legislatura". Compenso (art. 6): "Complessivi 120.516 euro annui al lordo delle ritenute", da corrispondere "in dodici rate di 10.043 euro". Né più né meno che l'indennità sommata alla diaria di cui godono gli onorevoli. Mancano all'appello solo i 4 mila del rimborso spese per portaborse. Bingo! Professionisti da gratificare per i servigi e la dedizione, consulenti meritevoli ("Considerevoli esperienze professionali nell'ambito delle comunicazioni istituzionali" è l'identica motivazione nei due contratti), da impiegare al gruppo. Il tutto, con soldi pubblici, i budget messi a disposizione dalla Camera, quattrini del contribuente. Ma si dà il caso che a Montecitorio, al gruppo Pdl, di loro non vi sia traccia (se non al libro paga). "Non risultano nei nostri elenchi, è sicuro che lavorino qui?" risponde la segretaria interpellata. "Forse potete provare al partito". Ma la risposta non cambia quando vengono contattati gli uffici di via dell'Umiltà. Repubblica rintraccia Gabana e Pottino al telefono a Pordenone. I due ex leghisti, oggi pidiellini militanti, forniscono nella sostanza la medesima spiegazione. Confermano di avere quel rapporto di consulenza ma negano la compravendita: "Non siamo stati affatto comprati, provenivamo già dal centrodestra". E ammettono di andare poco a Roma: "Ma solo perché è meglio lavorare qui in Friuli, ci dedichiamo alla costruzione del partito. Proveniamo dal Carroccio e chi meglio di noi sa come si lavora sul territorio?" .Da Repubblica L’Abc ha diffuso il video della lapidazione di una donna. Legata, incappucciata e sepolta fino alla vita, è circondata da un gruppo di uomini che le scagliano addosso dei sassi, fino ad ucciderla. Il video è stato mostrato interamente, a causa della violenza sconvolgente, e non si sente l’audio. E’ stato girato, infatti, da un fondamentalista che ha registrato la scena con il telefonino, consegnando in seguito il filmato alla Rete televisiva panaraba Al Aan, che da tempo si occupa di diritti delle donne. Gli artefici dell’esecuzione sarebbero militanti filotalebani del nel distretto dell'Orakzai, nel Pakistan nordoccidentale. La condannata sarebbe stata “rea” di adulterio. ATTENZIONE! IMMAGINI FORTI SCONSIGLIATE AD UN PUBBLICO IMPRESSIONABILEMa non aveva risolto "lui"?A Terzigno bruciati due autocompattatori. Vice questore colpito da un sasso dai manifestanti NAPOLI - Una notte di scontri a Terzigno, dove i manifestanti si oppongono alla realizzazione di una seconda discarica, ancora cumuli in strada e decine di roghi a Napoli. Resta ancora grave la situazione tra il capoluogo e la provincia anche se il sindaco Rosa Russo Iervolino evidenzia un miglioramento registrato nelle ultime ore. A Terzigno c'é stato il contatto fisico tra i manifestanti e la polizia quando sono arrivati i camion diretti alla prima discarica, già aperta, con i rifiuti da sversare. Il vice questore aggiunto, Sergio Di Mauro, è stato ferito al volto dal lancio di un sasso. Si sono vissuti momenti di grande tensione tra cariche, lanci di lacrimogeni con un migliaio di persone che si fronteggiava alla polizia. Due autocompattatori sono stati bruciati da ignoti che sono riusciti a scappare.
A Napoli, nel centro ma anche in altri quartieri molto popolosi, come il Vomero, sono ancora stracolmi i cassonetti e parte dei rifiuti hanno invaso marciapiedi e sede stradale. Ancora lavoro notevole per i vigili del fuoco chiamati allo spegnimento di decine di roghi. Una situazione aggravata dal raid vandalico di ieri sera con il quale sono stati gravemente danneggiati i mezzi della società Enerambiente, al cui interno é aperta una vertenza che ha avuto come effetto la mancata raccolta e l'aggravarsi della situazione di questi giorni. Per il sindaco Iervolino "la situazione dei rifiuti è decisamente migliorata rispetto a ieri. Di questo - ha detto - dobbiamo dire grazie ai dipendenti di Enerambiente che non si sono lasciati intimorire dal raid e sono usciti anche con i mezzi in cattivo stato. Hanno dato una mano a togliere dalle strade qualcosa come 1.300-1.400 tonnellate facendo turni straordinari di lavoro". A suo giudizio è anche merito delle forze dell'ordine che, come ha precisato, "hanno scortato i mezzi uno a uno. Con questo sistema e facendo gli scongiuri - ha concluso - dovremmo in breve ripulire la citta". |
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